00 08/02/2009 09:06
Donne sotto i bisturi
E se divorzi ti vengono le rughe
Perennemente scontente davanti allo specchio, particolarmente insoddisfatte del proprio seno, sempre più disinibite nei confronti della chirurgia estetica. Eccole le donne del terzo millennio, il cui miglior alleato nella lotta contro il tempo e, qualche volta, la natura, è, all'unanimità, il bisturi.

E' quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’azienda Swg su un campione di 500 italiane con un età compresa fra i 16 e i 45 anni, che svela come una donna su tre non apprezzi il proprio corpo e sia disposta a "ritoccarlo" chirurgicamente.

A mostrarsi più "insofferenti" nei confronti del proprio 'fondoschiena', del proprio seno e del punto vita sono però sempre più le giovanissime, tra i 16 e i 17 anni, che puntano al ritocco come regalo di Natale. Più fragili e sensibili ai menzogneri messaggi mediatici le adolescenti, sono una categoria a rischio, soprattutto per quanto riguarda gli interventi al seno, eseguiti quando la ghiandola mammaria non è ancora formata, e quindi molto pericolosi.

Ecco perchè diventa sempre più concreta la proposta del sottosegretario alla salute Francesca Martini, di regolare il "far west" della medicina estetica anche e soprattutto escludendo le minorenni dagli interventi al seno non motivati da problemi medici. E non è tutto: la Martini ha annunciato che a breve si arriverà a un Registro nazionale delle protesi al seno, che ne garantisca la tracciabilità.

Giovanissime o no, sotto i "ferri", per motivi estetici, finiscono comunque ogni anno 180 mila italiani per correggere qualche difetto, vero o presunto. Un vero e proprio 'esercito' di cui 25 mila sono le donne che in sala operatoria ci vanno per rifarsi il seno. La voglia di 'ritocco' delle italiane sembra concentrarsi proprio sul decolleté, tornato alla ribalta, tra polemiche e scandali, con maggiore enfasi proprio in questi ultimi mesi.

Ben il 49% delle intervistate durante il sondaggio Swg, ammette che un seno prosperoso e giunonico aumenterebbe l'autostima migliorando la percezione di sé, il 14% per migliorare il rapporto col partner, e il 33% sarebbe disposto a sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica per rimodellarlo. Rispetto ai trattamenti per il ringiovanimento del volto invece, oltre il 40% delle intervistate considera la pelle una discriminante fondamentale per la bellezza di una donna. E per combattere i segni del tempo il 34% potrebbe decidere di ricorrere a introduzioni di filler o iniezioni di botulino.

Dall'America intanto uno studio pubblicato sulla rivista online 'Plastic and Reconstructive Surgery' dell'American Society of Plastic Surgeons, conferma come difficoltà e stress lasciano segni indelebili sul viso. Divorzio in primo piano. Le rughe non sarebbero quindi solo scritte nei geni, ma piuttosto il prodotto di molti eventi esterni primi tra tutti il divorzio, l'uso di farmaci e il sovrappeso, che, rughe a parte, 'invecchia', anche se solo prima dei 40 anni.

E se un seno poco abbondante è spesso fonte di imbarazzo e vergogna per molte donne, a scatenare la voglia e la "necessità" di ritoccare il proprio corpo sono soprattutto le rotondità troppo accentuate su pancia e fianchi e gambe poco modellate, specie dalle casalinghe e dalle donne senza impiego.

Più in generale, l'indagine Swg, non fa che confermare una tendenza che negli anni si è sviluppata senza freni in tutto il mondo e che tuttavia si basa su una informazione molto vaga e generalizzata, che spesso è vera disinfomazione. Solo una donna su quattro che si sottoporrebbe ad intervento di chirurgia estetica, infatti ne conosce tutti gli aspetti e i rischi. Anche se il 91% delle intervistate ritiene utile una campagna di informazione sulla sicurezza e rischi correlati agli interventi di chirurgia estetica, molte donne sono disinfomate per una mancanza di interesse personale. Il 60% ammette di non avere sufficienti conoscenze sugli impianti di protesi mammaria, e il 76%, in particolare le giovanissime, si ritiene poco per niente informata sugli interventi di ringiovanimento del viso. Ad esempio, su filler e botulino, anche se in media il 34% delle intervistate si sottoporrebbe a tali trattamenti, solo il 41% (e appena il 12% delle giovanissime) li considera vere e proprie terapie mediche, e solo 6 su 10 si rivolgerebbe ad un medico specializzato. Quanto alle possibili controindicazioni, il 10% dubita che esistano dei rischi clinici associati a questi trattamenti, mentre il 71% riconosce i pericoli di una vera e propria dipendenza legata alla limitata durata degli effetti.