00 05/12/2008 12:12
E' ARRIVATO IL MOMENTO ?

Mancano solo due settimane alla data presunta del parto e sei attentissima a ogni cambiamento del tuo corpo, desiderosa di comprendere il significato di quei piccoli grandi segnali che possono annunciare l’avvio del travaglio.

Improvvisamente l’addome diventa teso e, anche se non provo alcun dolore, sento che l’utero si indurisce. Che cosa vuol dire?
Nulla di preoccupante, è solo il segno che l’utero si sta predisponendo al momento del parto. E lo sta facendo con le cosiddette contrazioni preparatorie, una sorta di ginnastica che permette alle fibre muscolari dell’organo della riproduzione di allungarsi e di collaudare la loro elasticità. Ma anche di cambiare la sua forma e di formare il cosiddetto ‘segmento inferiore’, il primo tratto del canale del parto che il piccolo imboccherà per venire alla luce. È proprio per questo che, anche se si sono avvertite a partire dall’inizio del secondo trimestre di gestazione, alla vigilia del parto le contrazioni preparatorie si fanno più intense e frequenti, soprattutto quando ci si affatica più del dovuto: possono farsi sentire anche una ventina di volte nel corso della stessa giornata. Rapide, o leggermente più prolungate, ma mai accompagnate da dolore.

Il pancione si è ‘abbassato’. Perché?
Perché anche il piccolo sente che i tempi della nascita sono imminenti. Per questo comincia a mettersi in posizione: intorno alla 38ª settimana scende leggermente e si raccoglie nel basso addome, all’ingresso del bacino. Con la testa va ad aderire perfettamente al collo dell’utero e comincia ad assumere la posizione ideale per farsi strada verso l’esterno. Flette la testa in avanti, fa aderire le braccia al torace e piega le gambe verso la pancia, raggomitolandosi.

All’ultima visita, il ginecologo ha detto che ho il collo dell’utero appianato. Che cosa significa?
Che si è prossime al lieto evento: durante la gravidanza il collo ha la funzione di chiudere ermeticamente l’utero, ma nelle ultime settimane di gestazione questo si modifica per potersi poi aprire al momento del parto e consentire il passaggio del piccolo. Per prima cosa si accorcia e, dai 3 centimetri di lunghezza mantenuti sino a quel momento, tende lentamente a diminuire, sino a scomparire e quindi ad appianarsi. Nel corso dell’ultima visita ginecologica di controllo, perciò, è facile che lo specialista verifichi che si è raccorciato, per esempio, del 50 per cento, o che è già del tutto appianato. Inoltre, il medico si può accorgere che è più soffice: per potersi appianare, infatti, il collo dell’utero si trasforma in una sorta di spugna e si impregna di liquidi. Merito di alcune sostanze (prostaglandine e citochine) che aumentano nell’organismo proprio in vista dell’avvicinarsi della nascita.

Avverto contrazioni sempre più dolorose e ravvicinate. Ci siamo?
Di solito sì. A differenza delle contrazioni preparatorie, quelle che annunciano l’inizio del travaglio sono dolorose, sempre più intense e ravvicinate e si presentano a intervalli di tempo regolari: inizialmente 20 minuti, poi 15, poi 10. Allora, con calma, conviene mettere in valigia gli ultimi oggetti necessari per il ricovero (compresi gli esami effettuati in gravidanza e il libretto sanitario) e recarsi in ospedale.

Non ho contrazioni, ma ho perdite liquide e incolori: che cosa significa?
Che probabilmente si sono perse le acque. Si tratta del liquido amniotico contenuto nella parte anteriore del sacco in cui è racchiuso il bebè. Di solito questo si rompe durante il travaglio, verso la fine del periodo dilatante, ma in alcuni casi succede anche prima che inizi il parto: i medici la chiamano rottura prematura. In questo caso è necessario recarsi in ospedale, perché il piccolo non è più perfettamente difeso: l’integrità del sacco gli garantiva un ambiente totalmente asettico. È anche molto probabile che il travaglio prenderà spontaneamente il via nel giro di poco tempo. Se ciò non avviene entro 24-48 ore, il parto viene indotto.

Durante l’ultima visita, il ginecologo mi ha detto che ho il collo dell’utero leggermente socchiuso. È preoccupante?
No, è solo un ulteriore segno che il collo è pronto per il suo ultimo compito: permettere la fuoriuscita del piccolo. Quando è totalmente appianata, infatti, la cervice può cominciare a dischiudersi, anche se mancano ancora un paio di settimane alla nascita. Questa modificazione avviene più facilmente se si è alla seconda gravidanza, ma può capitare anche alla prima. Si tratta di una piccola apertura che di solito non supera il centimetro e che, soprattutto, si verifica in anticipo rispetto al travaglio. In pratica, può passare ancora qualche giorno prima che il piccolo decida di venire alla luce. Il collo si dilaterà del tutto solo al momento giusto, ovvero quando il travaglio si avvierà e le contrazioni diventeranno così intense da non passare certo inosservate.

Ho avuto una leggera perdita di muco striato di sangue. È successo qualcosa di anomalo?
Nulla di allarmante, significa solo che è stata espulsa una parte del tappo mucoso. Si tratta di una sostanza che, come un turacciolo, tiene ben chiuso l’utero per tutti i nove mesi. Quando il collo si appiana, però, può essere espulso. Questo accade più facilmente dopo l’ultimo controllo ginecologico, perché basta una minima sollecitazione per ‘farlo saltare’. L’espulsione del tappo provoca anche la rottura di qualche piccolo capillare e, proprio per questo motivo, la perdita biancastra e densa appare anche striata di sangue. La fuoriuscita del muco, però, non segnala necessariamente che il travaglio è imminente (può anticiparlo, infatti, anche di giorni) e non capita a tutte le future mamme. È più frequente nelle donne alla seconda gravidanza.

Dal seno sgorgano piccole gocce di un liquido giallastro e sieroso. Come mai?
È un’ulteriore prova che il seno è pronto per l’allattamento. Quel liquido sieroso altro non è che il colostro, il primo latte che la mammella produce per il bebè. Di solito inizia a essere secreto subito dopo la nascita, stimolato dalla suzione del neonato, ma poiché la sua produzione è già attiva in gravidanza può capitare che piccole quantità di colostro vengano espulse anche prima del parto. Non è il segnale di una maggior capacità di produrre latte né, tantomeno, ci si deve preoccupare, nel caso questo non succeda perché ciò non preclude la montata lattea.