Cinquant'anni con il pacemaker

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Palma826
00mercoledì 14 gennaio 2009 19:17
Cinquant'anni con il pacemaker
Ora è a prova di risonanza magnetica

Il pacemaker compie cinquant’anni. Il primo apparecchio stimolatore cardiaco è stato infatti impiantato negli Stati Uniti mezzo secolo fa nel torace di un paziente cardiopatico. Da allora di strada ne è stata fatta tanta e i dispositivi sono avanzatissimi e completamente automatici: sono in grado di analizzare le condizioni del malato e di riprodurre un battito cardiaco il più vicino possibile al ritmo naturale. Oggi i nuovi apparecchi sono anche a prova a prova di risonanza magnetica e di metal detector, in modo da sopportare esami diagnostici e controlli negli aeroporti senza disagi che chi lo porta.

Maria Grazia Bongiorni, direttore della sezione di Aritmologia dell'azienda ospedaliero-universitaria di Pisa, spiega: "Lo sviluppo tecnologico del pacemaker ha permesso il miglioramento della qualità della vita dei pazienti, la riduzione del periodo di degenza, dei costi e dei rischi. Oggi, attraverso la telecardiologia, questi piccoli strumenti consentono allo specialista di tenere sotto controllo il malato anche mentre si trova a casa e di essere allertato per eventuali problemi attraverso il computer o il telefonino”.



Il nuovo pacemaker a prova di risonanza magnetica non risente di interferenze con i campi magnetici prodotti da questo apparecchio diagnostico, né di quelle causate dai metal detector di aeroporti, banche e supermercati. Già tre pazienti, due a Roma e uno a Pisa, hanno ricevuto il nuovo stimolatore, che nel corso del 2009 sarà disponibile in tutti i centri ospedalieri d'Italia. La possibilità di superare le interferenze elettromagnetiche con la risonanza era un traguardo molto atteso: ogni anno infatti nel nostro Paese vengono impiantati 60mila nuovi dispositivi e i pazienti che a un anno di distanza dall’intervento avrebbero bisogno di sottoporsi a risonanza magnetica sono il 17% circa, ma la percentuale sale al 75% se consideriamo tutto l'arco della vita dopo l'impianto. La risonanza è infatti un importante strumento diagnostico, grazie al quale il medico può osservare in dettaglio gli organi interni senza esporre il paziente a radiazioni, ma che crea un campo magnetico 100mila volte più potente di quello terrestre, molto pericoloso per i portatori di pacemaker. Il nuovo strumento, prodotto da Medtronic, annulla del tutto queste interferenze, come pure i pericoli prodotti da telefoni cellulari, elettrodomestici, varchi aeroportuali e dispositivi antitaccheggio.

"Purtroppo i pazienti che hanno già un pacemaker, circa 500mila in Italia - precisa Massimo Santini, direttore del dipartimento di Cardiologia dell’Ospedale San Filippo Neri - non potranno sostituirlo con il nuovo device, perché sarebbe necessaria una complicata operazione per la rimozione dei cateteri che collegano il dispositivo al cuore. E' bene ricordare, comunque, che questi malati possono condurre una vita normalissima".
Per i pazienti che portano un pacemaker tradizionale, gli esperti ricordano le istruzioni per l'uso dei dispositivi “salva-cuore” oggi in uso:

ELETTRODOMESTICI A CASA - Normalmente non ci sono controindicazioni. Meglio però evitare di piegarsi sopra il forno a microonde in funzione. Se si avvertono vertigini, palpitazioni o irregolarità nel ritmo cardiaco, basta allontanarsi dalla fonte dell'interferenza e il pacemaker ricomincia a funzionare regolarmente.

CELLULARE - Può essere utilizzato, mantenendolo però sempre a una distanza minima di 15-20 centimetri dal pacemaker. Meglio conversare accostandolo all'orecchio opposto a quello del lato del corpo dove si trova lo stimolatore ed evitare di tenerlo nel taschino della giacca quando non lo si usa.

LETTORE MP3 - Una recente ricerca scientifica sostiene che gli auricolari e i lettori mp3 interferiscano con il funzionamento di defibrillatori e pacemaker, ma solo se si trovano a 3 cm dal dispositivo. Per usarli in sicurezza, quindi, basta seguire le stesse regole valide per l'uso del cellulare.

AL LAVORO – Le possibili fonti di campi elettromagnetici a cui è bene prestare attenzione sono i forti magneti, i generatori di corrente, in particolare i trasmettitori radio/tv e i radar ad alta potenza, che possono creare danni circuitali. Per questo è opportuno non avvicinarsi agli impianti e alle antenne a meno di 100 metri. E' anche importante evitare di chinarsi sui motori elettrici in funzione, come l'alternatore dell'automobile, che spesso contengono magneti.
tgcom.it
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